martedì 22 luglio 2014

In vetta alla classifica - estate 2014

LA PIRAMIDE DI FANGO DI ANDREA CAMILLERI IN CIMA ALLA CLASSIFICA DEI LIBRI PIU' VENDUTI DURANTE L'ESTATE

"Si sono aperte le cateratte del cielo. I tuoni erompono con fragore. Nel generale ottenebramento, e sotto la pioggia implacabile, tutto si impantana e smotta. Il fango monta e dilaga: è una coltre di spento grigiore sulle lesioni e sulle frane. La brutalità della natura si vendica della politica dei governi corrotti, che non si curano del rispetto geologico; e assicurano appalti e franchigie alle società di comodo e alle mafie degli speculatori. 


A Vigàta dominano le sfumature opache e le tonalità brune delle ombre che si allungano sull'accavallato disordine dei paesaggi desolati; sui lunari cimiteri di scabre rocce, di cretti smorti, e di relitti metallici che sembrano ossificati. Questa sgangherata sintassi di crepature e derive ha oscuri presagi. E si configura come il rovescio tragico dell'allegra selvatichezza vernacolare di Catarella, che inventa richiami fonici ed equivalenze tra 'fango' e 'sangue'; e con le confuse lettere del suo alfabeto costruisce topografie che inducono all'errore. Del resto, macchiate di sangue sono le ferite fangose del paesaggio; e l'errore è consustanziale al labirinto illusionistico dentro il quale i clan mafiosi vorrebbero sospingere il commissario Montalbano per fuorviarlo, e convincerlo che il delitto sul quale sta indagando è d'onore e non di mafia. La vicenda ha tratti sfuggenti, persino elusivi..." (Salvatore Silvano Nigro)

La recensione di IBS
Salvo Montalbano è angosciato. Ha trascorso una notte insonne pensando a Livia sola a Boccadasse e proprio quando il sonno è giunto a donargli un po’ di sollievo, un incubo inquietante lo ha scosso, svegliandolo definitivamente e riportandolo alla triste realtà. È vivo il ricordo della morte di François, il bambino che abbiamo conosciuto nel romanzo Il ladro di merendine e che i due, Livia e Salvo, avrebbero voluto adottare. 
Livia è ancora molto provata, ha deciso di non lasciare Boccadasse e nelle sue lunghe telefonate con Salvo emerge tutto il dolore e la prostrazione per l’accaduto e il lettore non può fare a meno che provare affetto per lei. 
Sono giorni duri per il commissario e il cattivo tempo che persiste da molto a Vigàta non allevia di certo il suo stato d’animo: acquazzoni incessanti e tuoni rumorosi non danno alcuna tregua, la pioggia violenta trascina con sé case e terreni restituendo alla fine una coltre di fango. 
È in una di queste tremende giornate che Montalbano riceve da Fazio una chiamata. Il suo collaboratore lo informa della presenza di un cadavere in un cantiere edile: si tratta di un giovane trentenne, Giugiù Nicotra, freddato da un colpo di pistola alle spalle. 
L’uomo è mezzo nudo, indossa soltanto una canottiera e degli slip, segno che è stato sorpreso di notte mentre era a letto. Il suo corpo viene ritrovato, riverso, in una condotta edificata per le tubazioni d’acqua, un posto angusto e non semplice da raggiungere. Giugiù Nicotra ha cercato invano una via di salvezza, ma il suo assassino lo ha sorpreso alle spalle e non gli ha lasciato alcuno scampo. 
Il commissario intuisce subito di trovarsi di fronte ad un caso delicato e complesso, molto più grande di quello che sembra. Un caso che coinvolge l’intero mondo dell’edilizia e degli appalti pubblici. L’indagine parte un po’ a rilento e Montalbano si districa con fatica tra le mille articolazioni del caso: l’omicidio è solo la punta dell’iceberg di una realtà viscida e melmosa che vede collusi imprenditori, appaltatori e funzionari pubblici. Un tassello alla volta, Salvo procede nell’inchiesta e riesce a completare il mosaico. Ogni indizio, ogni personaggio coinvolto conduce inevitabilmente ai cantieri e a una società corrotta, fatta di favori e di legami indissolubili. Sembra proprio che tutto il fango che ha colpito Vigàta si sia accumulato e sia ricaduto anche sui cantieri investendoli. Ora sta al commissario districarsi tra tutta questa melma e ridare dignità a quel corpo, ma una cosa Montalbano non riesce a togliersi dalla testa… che Nicotra, il morto, andando a morire in quella galleria, l’avesse fatto di proposito, nella volontà di comunicare qualche cosa. Ed è proprio la galleria l’inizio e la fine di tutto. 
Un romanzo che prende spunto da vicende sempre attuali: il connubio tra politica e affari illegali. Ancora una volta Camilleri intreccia finzione e realtà in un libro colmo di colpi di scena e di vicende eterogenee che finiscono inevitabilmente per intersecarsi. 
Un personaggio a tutto tondo, tratteggiato dall’autore anche nei suoi aspetti più intimi e personali, colto da improvvisi attacchi di solitudine e tormentato dalle vicende passate.
Un giallo coinvolgente, in cui il ritratto del commissario appare ancor più vero, proprio perché delineato nella sua interezza, di uomo e di poliziotto.

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